lunedì 25 novembre 2013

GRION di Trebaseleghe

Questa sera siamo in uno dei templi della carne di cavallo: al Grion di Trebaseleghe. Il locale è facilmente individuabile ed il parcheggio è grande ed illuminato. Sono le 19 e 20 ed è anche già abbondantemente pieno di auto. Avevamo provato a prenotare un tavolo per 7 (come un noto sito di recensioni consigliava) ma al telefono hanno risposto che non accettano prenotazioni, ci consigliavano però gentilmente di arrivare attorno alle 19 per non aver difficoltà a trovare un tavolo per il nostro gruppo. Nessun problema, siamo in orario e tempo 3 minuti ci preparano un tavolo per noi. Ci accompagnano in una delle numerose sale. Niente di particolarmente sfarzoso o rustico, ma essenziale l'arredo e scontati i quadri, potremmo dire senza lode ma anche senza infamia. I separè funzionali per le posate, le tovaglie ed altro, si confondono bene con le pareti color giallino, le sedie arrivano direttamente dagli anni '70 con seduta in corda. Le tovaglie sono marrone scuro, il coprimacchia è bianco, tra i due tessuti fa "bella" mostra di sè una sottile pellicola trasparente di cellophane.....no comment!
Arriva subito del vino e dell'acqua, per velocizzare i tempi, il cameriere ci dice che la Domenica non fanno primi e ci comunica il menù a voce. Prendiamo tutti un antipasto classico composto da bresaola, prosciutto e sfilacci (chiaramente solo cavallo) accompagnato da una ciotolina di cipolline borretane (forse) sottolio ed a seguire bistecche di cavallo cottura normale, una al sangue, una braciola di maiale, patatine fritte, funghi e polenta come contorni. Arriva abbastanza in fretta la portata degli antipasti e sono abbondanti. La bresaola è buonissima, il prosciutto buono, gli sfilacci sanno molto di affumicato ma non sono male. Le cipolline non sembrano fatte in casa, ma si lasciano mangiare. Il vino è in caraffa ed alla spina....bevibile. I camerieri iniziano a scalpitare: la sala si sta riempendo. Sbarazzano in fretta i piattini ed arrivano poco dopo le nostre bistecche. Un minuto dopo sono in arrivo la braciola di maiale e la bistecca al sangue. Sono un pò deluso: le bistecche sono cotte in padella e non alla griglia od alla piastra perciò la mia, che è al sangue, risulta un pò meno appetibile annegata nell'olio e nel sangue. Peccato! Bastava che il cameriere avesse fatto il suo lavoro e mi avesse informato. Avrei scelto lo spezzatino o un altro tipo di cottura. I contorni non sono all'altezza di  questo nome: i funghetti non sono fatti in casa ma provenienti da scatoletta di latta, la polenta è di quella già confezionata, le patatine invece sono molto gustose. Aspettiamo una decina di minuti ed ordiniamo i dolci. Nell'elenco proposto ci sono anche i tartufi, chiedo se sono confezionati o fatti in casa, il cameriere mi risponde che sono di pasticceria (e quindi?). Ne ordino uno, gli altri ordinano a loro volta tiramisù e sgroppini. Svelti arrivano i nostri dessert e subito si capisce che il tiramisù è confezionato (che tristezza!). Il tiramisù invece è delizioso e fatto in casa, gli sgroppini serviti in un tumbler basso risultano sufficienti.
E' arrivato il momento di chiedere il conto.
Abbiamo intanto la fortuna di assistere ad un classico siparietto quando si svolge il servizio di ristorazione diretto a tavolate e la conseguente preparazione dei tavoli:  i camerieri devono allestire una tavolata da 20 coperti, nella zona indicata hanno già preparato per 12, manca il tavolo a fianco che al momento è occupato. Il tempo passa e il gruppo non ha nessuna intenzione di  andare via. I camerieri, vedendo che l'orario di arrivo della tavolata si avvicina (ed a tal proposito mi viene in mente una domanda: ma sono riusciti a prenotare? a chi?), decidono allora di preparare il tavolone da un'altra parte della sala. Devono però optare per un tavolo ad "L". Appena ultimano la disposizione e guardano il loro operato soddisfatti, il gruppo che occupava il "loro" tavolo si alza. Nelle labbra di uno dei camerieri si legge un sonoro  MA VAFF!
Sorrido di nascosto e li capisco, ma poteva stringere un pò di più le labbra.
Il conto arriva al terzo tentativo (l'abbiamo dovuto richiedere più volte!). Sono poco meno di 30 euro a testa ed a posteriori analizziamo che il nostro coperto era composto da un tovagliolo di carta e due pacchettini di crackers industriali. Il vino era alla spina e l'acqua di un'azienda sconosciuta.

Voto servizio 6
Voto locale 6
Voto palato 5

Voto complessivo 6

martedì 19 novembre 2013

DALLA GIGIA di Treviso

Oggi siamo stati presso un'istituzione di Treviso: all'osteria dalla Gigia. Passando per Treviso non si può non entrare in questo luogo. L'osteria è in pieno centro storico ed è piccolina, appena entrati si scorgono due persone al banco ed altre nel retro a sfornare mozzarelle in carrozza, che altro non sono che il loro piatto forte insieme alla cedrata dalla bottiglia, tipo spuma di vent'anni fa!
Il servizio al tavolo non esiste, tavoli non ce ne sono, ma nonostante la molta gente, riusciamo ad ordinare 4 mozzarelle in carrozza, 2 prosecchi e 2 cedrate. Sarà la fame o sarà la compagnia festosa che tutt'intorno ci coinvolge, che ordiniamo subito altre mozzarelle e due paninetti farciti. I banconieri non sono proprio sorridenti, soprattutto il più basso, mentre una parola gentile ed un sorriso per tutti viene elargito dalla signora bionda. Le mozzarelle sono buonisssime! I due panini un pò....diciamo un pò stanchi. Le cedrate sono fresche ed i due prosecchi un pò "commerciali" ed alla spina. L'aria che si respira entrando in questo locale è quella di chi vive il centro di Treviso da almeno 30 anni. I banconieri conoscono tutti i gusti degli habituè e fanno sentire a casa loro ogni nuovo avventore, una bella cosa. Per la tipologia di locale non possiamo non chiudere un occhio sulla qualità di alcuni prodotti (tipo il vino) ma......ma bisogna ricordare che nessuno può sedersi sugli allori. La Gigia è sull'orlo di questo strano mondo che è la ristorazione. Un mondo che non perdona un passo falso. Noi siamo stati bene, l'atmosfera era serena e siamo rimasti una mezz'ora abbondante osservando ogni particolare. I telefoni sul muro con varie didascalie spiritose, i tantissimi biglietti da visita e tante altre curiosità (non dimenticherò mai il biglietto sull'acquario: " Non bussare! Non apro..", GE.NI.A.LE!) ci hanno regalato un aperitivo in amicizia....ma.....è un posto da fermata veloce, massimo mezz'ora, come detto prima.

Voto servizio 6
Voto locale 6
Voto palato 7

Voto complessivo 6

MIRIK CAFE' di Carbonera

Un nostro follower ci suggerisce di andare a "visitare" un locale aperto pochi anni fa ma che sembra stia raccogliendo grandi consensi. Ci attrezziamo della cattiveria risparmiata nell'ultima recensione (perché eravamo stati troooppo buoni!) ed andiamo proprio a trovarli durante uno dei loro eventi.
Il locale infatti propone svariate situazioni che spaziano dalla musica live alle mostre di foto e/o quadri, letture di poesie, rassegne, mercatini e chi ne ha più ne metta, questi qui non stanno davvero mai fermi!!
Arriviamo e l'impatto è dei migliori: l'ingresso è ben visibile e la parte davanti al locale è coperta da una struttura di colore ecru molto elegante, il parcheggio è proprio di fronte e tutt'intorno c'è verde e piante, in lontananza si sente il rumore di un ruscello...d'estate dev'essere davvero uno spettacolo.
Stasera c'è l'inaugurazione di una mostra fotografica e da fuori vediamo già molta gente, le luci all'interno sono soffuse, qualche faretto illumina in maniera strategica le foto. Entriamo e siamo subito salutati, veniamo invitati a scegliere se stare al banco od accomodarci ad un tavolino da un ragazzotto pimpante e sorridente. Si scusa della disposizione della sala non propriamente adeguata ma per dare più spazio e risalto all'evento ed al buffet offerto, hanno posizionato in maniera diversa i tavoli (un problema infatti del posto è la dimensione: non è grandissimo, ma molto coccolo!) Ci dice che se scegliamo di sederci ci impiega un attimo a sistemarci un tavolo dove vogliamo, anche sul palco!
La proposta è allettante (ed un pò esagerata e secondo noi l'avrebbe anche fatto!) ma per comodità scegliamo di stare al banco. Troviamo una ragazza anche lei dal sorriso contagioso e le chiediamo cosa ci consiglia. Prontamente ci chiede se gradiamo qualcosa di alcolico od analcolico, se preferiamo un classico o qualcosa di  creato ad hoc per noi in base ai nostri gusti. Ci guardiamo stupiti: ci aspettavamo un bar un pò easy e grezzo ed invece con grandissimo piacere scopriamo di trovarci in un locale raffinato dall'aspetto però  informale. Alcune persone di fianco a noi stanno bevendo dei Mojito, ne prendiamo due anche noi. Un colpo d'intesa con il ragazzo che è appena entrato dietro il banco per recuperare un vassoio, e vediamo che entrambi si cimentano nella preparazione di due bicchieroni belli grandi di Mojito. Uno taglia i lime e mette lo zucchero di canna, poi lo pesta, aggiunge le foglie di menta e la ragazza intanto inizia a spaccare il ghiaccio, si riempe di ghiaccio ogni bicchiere poi lui versa il rum, lei l'acqua gasata, una cannuccia, uno stecchino di legno, un'agitata energica ma sinuosa e pronti! Bello! Serviti in fretta nonostante la confusione e sempre con il sorriso. Noi vogliamo essere cattivi per forza e suggeriamo di utilizzare dei sottobicchieri per non bagnare le mani del cliente ma lo scriviamo proprio per trovare qualcosa di negativo in questa gustosa serata.
I mojito sono molto buoni: freschi e delicati. Il ragazzo ci informa che la menta scelta per i nostri cocktail pestati è Menta Piperita, i prossimi, se gradiamo li può preparare con la Menta Glaciale. Un'astuzia a spingerci a berne altri due ed un'informazione curiosa e simpatica. Ringraziamo ma ora è tempo di andare. Raccolgo un biglietto da visita ed annoto il locale sui miei preferiti, qui ci tornerò sicuramente! Ci abbiamo provato ma anche se partiti per essere cattivi....qui non ce l'abbiamo fatta!

Voto servizio 8
Voto locale 8
Voto palato 8

Voto complessivo 8

giovedì 14 novembre 2013

BIRRERIA SAN JOSE di Silea

Ieri sera siamo stati al cinema e dopo la visione di un bel film, abbiamo deciso di soddisfare anche la pancia mangiando in una birreria consigliata da un nostro amico. La birreria si chiama SAN JOSE' ed ha una posizione fantastica! Parcheggio ampio ed illuminato proprio di fronte al locale, ingresso ben visibile ed appena entrati riceviamo un bel sorriso e un invito a seguire una collega nell'altra sala. Penso che abbiamo trovato un bel posticino! Ci accomodiamo ed attendiamo. Arrivano i listini quasi immediatamente.
La sala è affollata ma non caotica, una musica fastidiosa (tipo techno) sopra la nostra testa inizia a confonderci: perché questo genere di musica? La sala interna è volutamente scura, quasi buia, difficile capire anche questa scelta. Aspettiamo un pò troppo ma le due sale sono piene e siamo pazienti. Il mio collega chiede la birra promossa da un cartello posto sia all'ingresso che alle nostre spalle ma ci viene detto che non c'è. (?) Optiamo per un'altra birra (oggi ci sentiamo buoni e non facciamo commenti). Io ordino anche delle costicine, della polenta ed un panocia rosta (per i non veneti: una pannocchia arrostita). I miei amici prendono delle pizze al tagliere. Attendiamo meno tempo che quello trascorso per prendere l'ordine, indicativo che non sono molti gli ordini che intasano la cucina. Il mio piatto arriva prima delle pizze e le costicine non sono male. La polenta è del modello "già pronta" e l'unica cosa che posso dire è che è calda.....perché oggi sono buono. La pannocchia invece è proprio buona e me la gusto volentieri pensando però che poteva essere servita con una noce di burro e sarebbe stata perfetta! Assaggio su richiesta, anche la pizza dei miei amici: una è fredda, entrambe sono "finte". Nel senso che si sente subito che sono due basi, probabilmente congelate, farcite con i vari ingredienti. La cameriera passa e ritira i piatti, non ci chiede nulla nonostante abbiamo lasciato abbastanza pizza da insospettire che qualcosa non andasse. Siamo un pò delusi, ma oggi siamo bravi e non facciamo polemiche. E siamo bravi anche quando decidiamo di andare verso la cassa a pagare (il conto si paga SOLO in cassa). Il conto è come da listino, nessuna sorpresa se non quella di chiederci: " Perché una birreria si vuole mettere in competizione con un ristorante? perché se non puoi servire mediocre pizza ti ostini a proporla? perché una insalata normale (insalata, mais, olive e formaggio) mi deve costare 10 euro? ma soprattutto ci rendiamo conto dell'importanza dell'ubicazione di un locale: chissà se il cinema multisala non fosse a  due passi se questo locale sarebbe così pieno come stasera?

Voto servizio 6
Voto locale 5
Voto palato 5

Voto complessivo 5

martedì 5 novembre 2013

AL DATTERINO di Ponzano Veneto

Grazie ad un'amica ben informata, ci spingiamo in gruppo ad affrontare la nebbia per raggiungere il ristorante/pizzeria Al Datterino di Ponzano Veneto. La struttura è ben posizionata e ricca di parcheggio, sia adiacente al locale che di fronte. Un bell'edificio bianco latte si staglia davanti a noi ed un simpatico pomodoro datterino rosso brillante è dipinto proprio all'ingresso. Entriamo in gruppo, siamo in otto, e ci mandano in una delle sale dove è preparato il nostro tavolo. Il nostro programma prevede un piccolo antipasto, pizze a scelta per ognuno di noi ed a seguire, per i mangioni, altre pizze ma questa volta da dividere, dolce e caffè.
La sala è in linea con l'esterno: bianco latte sulle pareti e nomi scritti in corsivo a pennello nero qua e là in giro per il locale. Uno strano controsoffitto colorato e retroilluminato  ricorda una cupola schiacciata...scopriamo poi che "la cupola" era il nome precedente di questo ristorante.
Arriva in fretta da bere e la cameriera si dimostra molto espansiva e simpatica. Arriva anche il piccolo antipasto e qui iniziano le note dolenti: quattro piattini contenenti ciascuno 2 crocchette di patate, 1 crostino di pane con insalata russa, 1 con pesce mantecato, 2 fettine di pancetta, 2 fettine di mortadella. Rimaniamo un pò delusi e pensiamo che anche se offerto, a volte converrebbe non servirlo neanche un piatto del genere.
Le pizze invece si rilevano buone e saporite. Alla nostra richiesta di altre pizze, la cucina risponde in fretta e non attendiamo molto. La nostra saletta è piccola, a parte il nostro tavolo, ce ne sono altri due occupati: uno con 4 persone e 2 bimbe, un altro con 6 persone ed una bimba. Dal nostro ingresso in questa saletta, e per circa 30 minuti, tutte e 3 le bimbe hanno giocato, urlato, cantato, pianto, corso intorno ai tavoli senza che nessuno dei genitori o dello staff della pizzeria sia intervenuto per salvaguardare le orecchie dei altri clienti.
Le bimbe scatenate e l'illuminazione da stadio accecante iniziano a farci invidiare i sordi ed i ciechi.
Ordiniamo i dolci ed il conto. Ci sono dolci confezionati e dolci fatti in casa. Con piacevole stupore il conto è super onesto: in 8 spendiamo 8 euro a testa prendendo 11 pizze, 5 birre medie, 3 bibite, 4 dolci, 5 caffè.
Un consiglio che ci sentiamo di dare ai titolari è di sprecare un pò di creatività in più per il menu da lasciare ai clienti ed eliminare quel bruttissimo foglio di carta ormai unto di olio e mozzarella, impostato male e stampato peggio. Rendere le luci più soffuse potrebbe creare un ambiente più soft anche per i bimbi che (forse) potrebbero decidere di stare più tranquilli e lasciare agli adulti il godimento di un paio d'ore di calma (apparente).

Voto servizio 5
Voto locale 6
Voto palato 7

Voto complessivo 6

sabato 2 novembre 2013

DOLCE OLMO di Olmo di Martellago, primi di Novembre

Una simpatica uscita alla ricerca di un negozio di biciclette, ci porta ad accettare l'invito, aldilà della strada, di un'accattivante insegna ben visibile da lontano ed entrare in un bar/pasticceria posto sull'angolo di un complesso nuovo nel centro di questo paese poco distante da Mestre.
Il locale è pieno ma una volta "visualizzati" da una delle 3 ragazze dietro il banco, veniamo salutati cordialmente ed esortati ad ordinare con uno splendido: "Prego, cosa desiderate?" accompagnato da un sincero ed ospitale sorriso. Sono già contento così!
Il banco è basso e senza barriera, ed elimina quel senso di distacco che fa tanto banco da bar anni '70/'80, sotto uno spesso vetro, si estende un mondo di pasticcini, biscotti e brioches molto invitanti. Ci sono anche degli stuzzichini salati, non molti a dir la verità, ma scorgo da una porta semichiusa che delle retrovie altri ne arriveranno, siamo noi troppo in anticipo per una colazione salata! Ci servono in fretta e ci accomodiamo in un tavolino che si è appena liberato dietro di noi. Le pizzette sono fatte in casa e saporite, il pasticcino alla frutta è squisito. L'orzo in tazza grande è un pò commerciale, fatto con una cialda od estratto da una di quelle infernali macchinette bruciasapori, ma forse è l'unica pecca che trovo: un posto così curato dovrebbe però stare attento anche a questi particolari. Il locale è luminoso, moderno e dai colori ben studiati. Il bianco latte degli arredi e delle pareti ed il marrone cacao (o cioccolata) in alcuni dettagli, danno un tocco elegante a questo angolino di piacere dolciario. Ci saranno circa 5/6 tavoli quadrati da 2 persone lungo i muri perimetrali, per il resto i clienti sono tutti in piedi al banco. Posizionati in maniera strategica ci sono dei vasetti di miele aromatizzato ed altri prodotti di nicchia davvero interessanti. Verso il fondo del locale, fa bella mostra di sé una grande vetrinetta ricca di torte che si fanno osservare e gustare da ogni lato. Tutta la pasticceria viene fatta in casa ed ogni pasticcino e torta fanno venire proprio la voglia di assaggiare qualcosa (qualunque cosa!) con un dito, come i bambini. I prezzi sono onesti, il locale è strapieno e noi, felici della scoperta, veniamo salutati con gentilezza anche mentre usciamo. Ci permettiamo di dire: " Una piacevolessima pausa caffè!" e vi consigliamo di andare a mangiarvi un buon pasticcino al Dolce Olmo.

Voto servizio 8
Voto locale 8
Voto palato 8

Voto complessivo 8