venerdì 19 dicembre 2014

OSTERIA DA NEA di Silea (TV)

Stasera ci siamo organizzati per andare a farci un aperitivo sul Sile, ci hanno segnalato Nea, un'osteria tipica e tradizionale proprio a ridosso del fiume. Arriviamo facilmente, il locale è in fondo alla via, oltre non si può andare. C'è un'ampia vista su questo specchio d'acqua, parcheggiamo vicinissimi all'osteria ed entriamo. Il locale all'esterno è carino, con una graziosa copertura esterna arredata con gusto: tavolini vintage in ferro e legno, panche e cuscini pastello in tinta con i vasetti sul tavolo. Qualche coperta in pile per i più freddolosi danno un'aria davvero accogliente a tutta questa zona. Per ordinare dobbiamo entrare, dieci minuti fuori senza che nessuno si sia preoccupato di degnarci di uno sguardo. Entrando sembra di andare in un altro locale: al primo sguardo risulta tutto vecchio, squallido ed al limite dell'igiene! al secondo sguardo si ha la conferma che è realmente così! Un gruppo di "diversamente giovani" con dei bei pomelli rossi da vino sulle guance ci salutano alternando dei biascicati "bonasera cei.." con dei "porco ..." di qua e "porca..." di là. Uno spettacolo alquanto poco decoroso. In tutto questo il barista (che onore chiamarlo così!) se la ride di gusto dietro il banco. Ci guardiamo negli occhi e decidiamo di ordinare, prendere le nostre cose e sederci immediatamente fuori.
Chiediamo del vino ed un crodino, qualche fritto e delle polpette. Ci vengono consegnate le bevande sul banco. e ci viene fatto subito il conto. Il barista cerca di collocare i bicchieri in un centrino di cotone bianco che di bianco ormai ha solo il ricordo. Il crodino non ce l'hanno così il giovane dietro il banco decide autonomamente di darci un gingerino (che per la cronaca non sarà bevuto perché non ci piaceva), il vino invece è servito in un bicchiere dal vetro eroso da chissà quanti lavaggi ha già fatto in vita sua! Il fritto e e polpettine sono adagiate su un piattino e spacciate come cucina casalinga.
Paghiamo come se stessimo bevendo caviale e champagne, prendiamo tutto e scappiamo fuori mentre dietro di noi sentiamo la fine di una barzelletta che ci fa accapponare la pelle. Fuori è tutt'altra musica: il paesaggio è rilassante e lo spazio è godibilissimo....finchè non arriva un cane. E poi un altro. Sono i cani dei proprietari del locale, un bastardino piccolo ed uno di taglia media/grande. Stanno appiccicati a noi e sbavano. Per avere un minimo di tranquillità siamo costretti a dar loro una polpetta a testa. Mentre loro mangiano, noi ci facciamo il nostro aperitivo: il vino è dozzinale (e non sapremo mai di che uvaggio sia) non riesco a mandarlo giù, il gingerino non era quello che avevamo chiesto, non lo beviamo e perciò non ci resta che buttarci sul fritto. La mia accompagnatrice non è solo una splendida donna, è anche uno chef. Il nostro fritto, vendutoci come cucina casalinga, si rivela ad un'esperta, un prodotto congelato di qualità media. Ci alziamo ed andiamo via. Non ci saluta nessuno. Anzi, solo i due cani ci guardano un po' dispiaciuti... che siano state le polpettine date a loro l'unica nota positiva di questo locale? non lo sapremo mai....

Voto locale 4
Voto servizio 3
Voto palato 3

Voto complessivo 3

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